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Quest’anno Forword ha avviato una collaborazione con l’associazione Tedacà, compagnia teatrale, scuola d’arte performativa ed ente che organizza progetti artistici e culturali. La collaborazione si è concretizzata nella realizzazione dei sovratitoli di due loro spettacoli.

La prima stesura dei sovratitoli è stata realizzata da Maria La Battaglia, studentessa dell’Istrad (Instituto Superior de Estudios Lingüísticos y Traducción) per cui Forword offre dei percorsi di tutoraggio in traduzione audiovisiva.

L’Istrad è centro di formazione universitaria che ha sede a Siviglia, ma che offre la possibilità di seguire i master anche online. Presenta un’offerta accademica post-laurea molto vasta nell’ambito della traduzione.

Abbiamo chiesto a Maria di raccontarci qualcosa sulla sua esperienza di redazione di sovratitoli.

 

Quando si pensa ai sottotitoli, la prima immagine che viene in mente è quella dei sottotitoli interlinguistici di una serie tv o di un film che magari si vuole vedere in originale con l’aiuto di un supporto per comprendere meglio la lingua. Ma c’è anche un altro tipo di sottotitolazione, che è fondamentale per l’accessibilità dei prodotti audiovisivi, e si tratta della sottotitolazione per persone sorde. In questo caso non ci si limita solo a tradurre o ad adattare ciò che viene detto, ma vengono anche inserite informazioni aggiuntive come la descrizione dei suoni, della musica, degli effetti sonori. Questa è una tecnica che si usa non solo per prodotti televisivi, ma anche per il teatro, in questo caso si parla di sovratitolazione.

CARATTERISTICHE DEI SOVRATITOLI

Quali sono le principali differenze con le altre modalità di sottotitolazione?

Innanzitutto la posizione. A teatro i sovratitoli si trovano spesso su uno schermo posto sulla parte superiore del palco, oppure su un piccolo schermo sullo schienale della poltrona davanti allo spettatore. Inoltre, a differenza dei sottotitoli, i sovratitoli vengono proiettati dal vivo o in modalità pre-registrata. Si deve tener conto della velocità e delle pause degli attori, ma anche di eventuali piccoli errori o cambiamenti che ci possono essere al momento. In questo senso spesso c’è bisogno di una persona che lanci i sovratitoli in diretta.

SOVRATITOLARE ITALO CALVINO

Utilizzando questa tecnica è stato possibile rendere accessibili anche per il pubblico Sordo due spettacoli teatrali proposti dall’associazione Tedacà: “La locanda dei destini incrociati” e “Le passioni che ci attraversano”.

Il primo è ispirato a personaggi e situazioni de “Il castello dei destini incrociati” di Italo Calvino. Come nell’opera dell’autore, anche nello spettacolo ci sono diversi personaggi che, uno alla volta, scegliendo una carta, raccontano la propria storia in una locanda misteriosa, in cui le vicende dei personaggi sono uniti dalla visione di una fanciulla dai lunghi capelli dorati e vestita “quasi di nulla”. I personaggi, come sotto incantesimo, sono costretti al silenzio e possono raccontare la propria storia solo nel momento in cui scelgono la carta. Questi silenzi tra i monologhi degli attori devono in qualche modo riflettersi anche nella scelta dei sovratitoli, che quindi andranno proiettati solo nel momento in cui il personaggio prende la parola, senza essere interrotti da altri tipi di effetti sonori, se non strettamente legati alla comprensione della scena.

Il secondo spettacolo, “Le passioni che ci attraversano”, narra della celebrazione del matrimonio fra i due protagonisti, in seguito al quale la sposa scappa con un traditore. Le vicende che si susseguono sono appunto preda di quelle passioni che ci attraversano, fatte di rabbia, vendetta e furia. In questo spettacolo la scelta della musica è molto importante, spesso le scene sono accompagnate da un tango mentre i personaggi si muovono sul palco come spinti dalle passioni che si riflettono nella musica. Perciò è importante sottolineare questi momenti con dei sovratitoli adeguati, che facciano percepire anche allo spettatore Sordo ciò che sta avvenendo. Nel creare i sottotitoli spesso c’è la tendenza a descrivere troppo, a evidenziare ogni minimo dettaglio sonoro, ma così facendo si rischia di sovraccaricare lo spettatore di informazioni, rovinandogli l’esperienza. Riuscire a trovare il giusto equilibrio tra i silenzi, le battute degli attori, gli effetti e la musica è la cosa più complicata da imparare a mettere in atto ma è anche ciò che rende questo tipo di lavoro così stimolante ed è un ulteriore passo avanti verso l’accessibilità culturale.

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