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Da oggi su Apple TV + andranno in onda i cinque episodi della seconda stagione de “Il pianeta Preistorico” con il divulgatore scientifico Sir David Attenborough. La serie è stata prodotta dalla BBC Studios Natural History Unit, con il supporto degli effetti visivi MPC (noti per il live action Disney de “Il Re Leone”) e della Jellyfish Pictures società britannica esperta di animazione digitale (sue le
animazioni in “The Book of Boba Fett”).
Il risultato è un prodotto dall’aspetto realistico con una colonna sonora emozionale che accompagna le sapienti narrazioni del naturalista britannico.

Abbiamo chiesto a Vanessa Delbarba, che ha curato l’audiodescrizione della serie per Forword, di raccontarci qualcosa di più.

L’AUDIODESCRIZIONE SCIENTIFICA

Audiodescrivere un documentario è sempre uno stimolo alla ricerca del modo più efficace per riassumere qualcosa di complesso.

Come per un film, ci si inserisce laddove suono e parlato lo consentono, per cui il numero di parole che si possono usare è piuttosto limitato. L’affascinante opera di ricostruzione digitale eseguita in questa serie e la colonna sonora che accompagna la narrazione cadenzata di Sir Attenborough, fanno sì che negli spazi rimasti si debbano dare quelle informazioni scientifiche che il naturalista non fornisce poiché sono palesate dalle immagini. Ho scelto, quindi, di stilare una gerarchia di informazioni per poter agevolare la distinzione tra le specie: innanzitutto ho specificato se si tratta di quadrupedi, bipedi o bipedi alati. Questo garantisce una prima suddivisione in macro famiglie. Seguono poi le informazioni circa le dimensioni, la lunghezza del collo e della coda; se è una specie coperta di peluria, scaglie o piume. Infine se presenta creste ossee o altri elementi peculiari.

Per poter fornire tali dettagli non è sufficiente una valutazione obiettiva, ma è necessario consultare fonti scientifiche aggiornate e accreditate che forniscono il termine più appropriato per descrivere una specifica parte del corpo. Ad esempio, alcuni animali marini dotati di pinne non sono pesci, ma rettili. Questo accade perché con gli avanzati strumenti di diagnostica contemporanei è possibile risolvere enigmi del passato o stravolgere vecchie teorie. Ecco un esempio di descrizione del velociraptor che le recenti scoperte hanno portato a ripensare, scostandosi delle ben note rappresentazioni cinematografiche.

 

È un bipede piumato con occhi tondi dall’iride arancione e il muso allungato e liscio […] È alto meno di un metro e la lunghezza dell’intero animale è di circa 2 metri. […] È dotato di una lunga coda piumata sui toni del grigio. […] Dal petto si estendono due zampe alate che terminano con tre dita munite di artigli. Le zampe inferiori hanno tre dita di cui una dotata di un grosso artiglio a forma di falce.

 

In conclusione, l’audiodescrizione completa la narrazione senza spezzarla per garantire una totale immersione in questo meraviglioso viaggio nelle vite di alcune tra le creature più insolite del pianeta preistorico. (Cit. Sir. Attenborough).

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